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All'alba di una rivoluzione


Da un paio d’anni a questa parte abbiamo la possibilità di scegliere un’altra fonte di energia per la nostra mobilità: il motore elettrico. Non voglio entrare in tecnicismi che potrebbero solo forviare l’interesse del lettore ma è giusto fare delle dovute considerazioni sui diversi principi che regolano il funzionamento di un motore classico e  di uno elettrico.
 Un motore endotermico comune sfrutta la combustione di idrocarburi, quali per esempio la benzina o il diesel, per trasformare l’espansione che avviene nel cilindro in energia, per poi essere distribuita agli pneumatici tramite una serie di collegamenti; invece il motore elettrico presente sulle nuove autovetture sfrutta la corrente accumulata nelle batterie per trasmetterla immediatamente agli pneumatici (poichè è installato direttamente sull'asse delle ruote).
Un’alternativa al vecchio motore termico esiste, allora perché non viene utilizzata?




Questo grafico ci mostra che in Italia nel 2018 solamente lo 0.3% del mercato è occupato dalle auto elettriche, mentre l’87,9% della popolazione ha scelto un’auto con un motore completamente termico. Il dato è significativamente importante per capire che la rivoluzione è solo ideologica
Chi acquista un’auto elettrica non ha ancora quella sicurezza che trasmette il concetto di automobile “tradizionale” dato che per un nucleo familiare o anche per un singolo individuo l’acquisto di un veicolo è una delle scelte più importanti e ponderate a causa del costo genericamente elevato. 
Questo è una delle ragioni che spiega il perchè sia favorita l’automobile tradizionale: il prezzo di un'autovettura elettrica familiare, come ad esempio una Hyundai Kona Electric si aggira attorno ai €40.000 mentre per la stessa versione con motore termico parliamo di €20.000. Il costo eccessivo dell’elettrico lo si deve in maggior parte al costo delle batterie, esse vengono garantite dalle case costruttrici per circa 5/6 anni










Il prezzo però non è l’unico ostacolo per le “zero emissioni”, bisogna rivedere completamente il concetto di autonomia.  La capacità del serbatoio non sembra essere una criticità per nulla insormontabile, infatti, entrambe le auto consentono di percorrere in media 400/450 km. 
Dov'è la reale differenza? Essa si annida nel fatto che che la Hyundai Kona con motore tradizionale impiega all’incirca 5 minuti per rifornirsi completamente, mentre per la sua sorella elettrica i tempi di ricarica sono di gran lunga maggiori. Si parla di un arco temporale che va dalle 27 alle 8 ore
Bisogna quindi ridisegnare il concetto di viaggio, poichè nel secondo caso va pianificato attentamente onde evitare di rimanere senza "carburante".
I lunghi tempi di ricarica però potrebbero essere mess in secondo piano da alcuni se considerassimo il costo per fare un “pieno” ai nostri veicoli: La Hyundai Kona con motore termico ha un serbatoio di 45 litri quindi per un pieno con prezzo medio della benzina di €1,60 si spende circa €70, i costi per la rigenerazione delle batterie da 64 kWh contenute nella  Kona Electric si diversificano in base al punto di ricarica, se scegliete di ricaricare l’auto in casa quindi con un costo medio di €0,23 per kWh si spende circa €14 mentre per una ricarica più rapida nelle colonnine Enel X con il prezzo di €0,50 per kWh si spende €32.

Esistono tante altre differenze che caratterizzano questi due veicoli come la silenziosità, il fatto che le auto "nuove" non sono sottoposte a vincoli di circolazione quali ecopass, ztl, targhe alterne e zone di traffico limitato ecc. 

Ma assumendo una visione d'insieme più lungimirante, ci si rende conto che il dato principale da prendere in esame è che finalmente esiste una nuova tecnologia all'avanguardia tale per cui si potranno abbattere in futuro le emissioni derivanti dagli idrocarburi.


Giuseppe Valerio 
a cura di Michael Alliegro


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