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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

IL PIANETA DEI BRUCHI, RECENSIONE DEL LIBRO

https://youtu.be/o-xISJMB2Dk I cambiamenti climatici metteranno a repentaglio le sorti del pianeta in cui viviamo? È questa una delle tante domande che si pone Ken Follett. Cliccate sul link e continuate a leggere... Recensione del libro I gemelli Fritz ed Helen Price, con il cugino Barile, si stanno godendo le vacanze al mare, quando  irrompe zio Grigorian, un individuo buffo e gioviale che si conquista subito la simpatia dei nipoti.  Eppure nella vita dello zio Grigorian c’è qualche mistero: i ragazzi hanno notato che ha dei pollici  stranissimi e che nel capannone dietro la casa di fattoria tiene parcheggiata una navicella  spaziale che sembra pronta a partire per una missione segreta. Infatti lo zio Grigorian non risulta  essere lo zio biologico dei tre cugini, ma in verità lui è un alieno che si era inserito nella loro  famiglia. Lui è un sociologo galattico fra tante virgolette e gli serve che i ragazzi giudichino un  caso in tribunale che ha causato diverse guerre

UOMINI E TOPI, RECENSIONE DEL LIBRO

“ Un uomo ammattisce se non ha qualcuno. Non importa chi è con lui, purchè ci sia. ” “Uomini e topi” è un avvincente romanzo che con fluidità e leggerezza si rende portavoce di una storia drammatica, come quella di George e Lennie. Due personaggi agli antipodi, ma nel contempo inseparabili che raccontano al lettore quanto sia importante non essere soli. L’autore infatti si serve della personalità controversa dei due protagonisti per parlarci dell’importanza della condivisione, senza la quale le gioie terrene si vanificherebbero e non si riuscirebbe ad apprezzare ciò che si ha. Oltretutto quest’opera ha un elevato carico etico, poiché pone il destinatario di fronte a vari temi come l’amicizia, la solitudine, l’impulsività e la seduzione. Ma nel contempo ci parla di molteplici problematiche sociali, ponendo sullo sfondo il razzismo perpetuato ai danni di un bracciante di colore, le scarse condizioni igieniche nelle baracche dei lavoratori ed i pregiudizi e l’emancipazione vissu

ANIMALI SOCIALI CHE SI NUTRONO DI PAROLE, IL LINGUAGGIO

Senza accorgercene, abbiamo fatto del linguaggio un elemento essenziale del nostro vivere. Ci permette di conoscere, dialogare, interagire, è ciò che fa dell’uomo un “animale sociale”, per citare Aristotele. Senza di esso le fondamenta del mondo di oggi crollerebbero del tutto, riportandoci allo stato primitivo delle origini, ad un’era in cui l’uomo viveva da solo e non in gruppo, un’era immaginaria, che non è mai esistita. Da quando è nato infatti, l’uomo ha sempre vissuto in società e dunque c’è sempre stato il linguaggio. La comunicazione dell’uomo del neolitico era dunque anche quella una forma di linguaggio: gesti, rumori, icone, espressioni che permettevano agli individui di scambiarsi le informazioni strettamente necessarie per sopravvivere e perciò di condividere la propria conoscenza, anche se rudimentale. E’ con il linguaggio che l’uomo si rapporta con i propri simili, è con il linguaggio che apprende, indaga e conosce il mondo che lo circonda ed è con il linguaggio

L'ospitalità, un valore di cui si è perso il ricordo

Xenia era il valore principale della cultura greca: l’ospitalità era sacra, e l’ospite divino, protetto dal sommo Zeus; si narra addirittura nell’Iliade che, durante il duello tra il campione dei greci Diomede ed il troiano Glauco, la probabile fine di Glauco, che poche possibilità di successo aveva dinanzi all’ira dell’eroe, venne scongiurata proprio dal ricordo di un rapporto di reciproca ospitalità scambiata dagli avi dei 2 combattenti. La letteratura greca è piena di questi esempi, più o meno eclatanti, ma che dimostrano un’incredibile naturalezza del popolo greco nell’essere umani. È infatti questo il nocciolo della questione: l’ospitalità dovrebbe essere uno dei  valori base della nostra cultura, fortemente legato a quell’empatia umana che ha portato la specie a progredire più di tutte le altre a noi conosciute; serve a poco l’evoluzione, la maggior capacità cranica, l’intelligenza, se non siamo capaci di utilizzare questi strumenti a favore della prosperità del gruppo. Ma tutto

VIVERE E’ FILOSOFARE

Siamo filosofi e neppure ce ne accorgiamo, ci poniamo e poniamo continuamente domande sulla nostra esistenza e su quella delle cose del mondo, ci chiediamo chi siamo, se Dio esiste, che cos’è il tempo e cosa l’essere, guardiamo con meraviglia tutto ciò che desta in noi attenzione e curiosità, tutto ciò che ci è nuovo, siamo assetati di conoscenza e vogliamo ancora convincerci del fatto che la filosofia sia un qualcosa di astruso e lontano dalla nostra vita? In realtà,  secondo un’antica tradizione, essa è strettamente intrecciata con l’esistenza umana, al punto che, come affermava Platone, non si può essere uomini senza prima essere in qualche modo filosofi. Se è vero che l’uomo, in quanto animale, non può fare a meno di respirare e nutrirsi, allo stesso modo, in quanto animale razionale, non può fare a meno di riflettere e filosofare. Dunque dobbiamo sfatare quell’antico detto latino secondo cui primum vivere, deide philosophari (prima vivere, poi filosofare); infatti, se per “vita” n

IL TEMPO: TRA ILLUSIONE E DISINCANTO

E’ una presenza. Una presenza quasi impercettibile, trasfigurata dal rumore incessante del silenzio.                        E’ una melodia. Una melodia discontinua, incostante, che varia continuamente le note inafferrabili del suo io.E’ un’illusione. Un’illusione così intensa, così abile, così scaltra nelle sue trame di ingannevolezza che sarebbe impossibile non rimanerne intrappolati.  Il tempo è tante cose. Non sono bastate, non bastano e non basteranno le voci di grandi menti e personalità che, nel tentativo di dargli un’identità, sono state, vengono e saranno ingabbiate nei sospiri della sua essenza. Questa è la triste sorte della scienza, della filosofia, della fisica, della religione. E’ la sorte di tutti coloro che hanno bagnato il nome di queste grandi categorie con le gocce del loro sudore pur di scorgere i lineamenti di un volto che rimarrà sempre nascosto dietro le sbarre della dannazione. Un essere maledetto, destinato a vagare nel tormento dell’eternità: questo è il temp

UNA GIORNATA PER RICORDARE IL SENSO DEL LAVORO, 1 MAGGIO

Lavorare per vivere o vivere per lavorare? «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro», recita l’articolo 1 della nostra Costituzione.  Lavoro. Quanti conoscono davvero il senso di questa parola? Lo conoscono di sicuro quanti hanno lottato aspramente per trovarlo, ottenerlo e mantenerlo, quanti hanno sacrificato parte della loro esistenza preparandosi adeguatamente per la professione che desideravano, quanti hanno girato il mondo per trovare il loro posto, e quanti, ogni giorno, sorridono della loro fortuna, consapevoli di avere il privilegio di svolgere il lavoro che sognavano. Non lo conoscono, invece, quanti hanno imboccato scorciatoie, ricevuto aiuti, svincolato ostacoli e decisioni, non lo conoscono quanti hanno scelto il lavoro disonesto e criminale (che poi non è nemmeno lavoro). Il senso del lavoro, infatti, non può essere ristretto all’atto di svolgere un compito prestabilito per poi ricevere un compenso, il lavoro è molto di più, è prima di tutto sacrifi