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ANIMALI SOCIALI CHE SI NUTRONO DI PAROLE, IL LINGUAGGIO

Senza accorgercene, abbiamo fatto del linguaggio un elemento essenziale del nostro vivere. Ci permette di
conoscere, dialogare, interagire, è ciò che fa dell’uomo un “animale sociale”, per citare Aristotele. Senza di
esso le fondamenta del mondo di oggi crollerebbero del tutto, riportandoci allo stato primitivo delle origini,
ad un’era in cui l’uomo viveva da solo e non in gruppo, un’era immaginaria, che non è mai esistita. Da
quando è nato infatti, l’uomo ha sempre vissuto in società e dunque c’è sempre stato il linguaggio. La
comunicazione dell’uomo del neolitico era dunque anche quella una forma di linguaggio: gesti, rumori,
icone, espressioni che permettevano agli individui di scambiarsi le informazioni strettamente necessarie per
sopravvivere e perciò di condividere la propria conoscenza, anche se rudimentale.
E’ con il linguaggio che l’uomo si rapporta con i propri simili, è con il linguaggio che apprende, indaga e
conosce il mondo che lo circonda ed è con il linguaggio che diffonde il proprio sapere. “Ad opera del
linguaggio è sorta una comunanza, una comunanza del sapere e quindi del volere mai prima esistita”
affermava Konrad Lorenz, Premio Nobel per la medicina e la fisiologia.
Ma il linguaggio di oggi è molto di più. Il linguaggio di oggi è il frutto di un processo nato prima dell’uomo
stesso, una rete di colori, odori, immagini che esistono da secoli, eppure ogni giorno prendono vita
nuovamente in luoghi, posti e contesti differenti. Il linguaggio è perciò in continua evoluzione, si adatta a
situazioni sempre nuove, ad idee e valori che si scavalcano a vicenda con il passare del tempo. Passo dopo
passo, esperienza dopo esperienza, ogni persona trova un suo linguaggio personale, una forma unica ed
inimitabile di esprimere il suo io. Così la tempesta di emozioni che imperversa in ognuno di noi si trasforma
in una canzone, una poesia, un film, un’opera d’arte, un libro o una semplice conversazione.
Per Karl Kraus infatti “In nessuna lingua è più difficile intendersi che nel linguaggio”.
A rendere il linguaggio così complesso e allo stesso tempo così fondamentale è proprio la sua universalità. Il
linguaggio iconografico, quello musicale, verbale, il linguaggio del corpo, dei segni sono tante facce della
stessa medaglia; la comunicazione tra individui, che parlino la stessa lingua, usino gli stessi gesti o ascoltino
la stessa canzone, esiste solo grazie ad esso.
Il linguaggio è dunque allo stesso tempo relativo e assoluto, si riferisce al mondo esterno all’uomo e alla sua
interiorità, è legato al singolo e alla comunità e ancora a tutta la specie umana e persino a quella animale.
Ma possiamo parlare di linguaggio anche riguardo al movimento delle nuvole, al soffio del vento, alle onde
del mare, allo scorrere dei fiumi, al cadere delle foglie e allo sbocciare di un fiore. E’ linguaggio tutto ciò che
è comunicabile, che le parole riescono a descrivere e che l’uomo riesce a trasmettere. E’ linguaggio un
pensiero, un movimento, una nota. E’ linguaggio il passare del tempo, una scoperta scientifica, una notizia
sul giornale. E’ linguaggio il mondo in cui viviamo e tutti gli individui che ne fanno parte.
Il linguaggio è.

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