L’elefantessa in figura si chiama Tiniki ed il suo stato di salute é palesemente drammatico a causa di un evidente malnutrizione a fronte della vecchiaia.
Nonostante i suoi 70 anni e gli indelebili segni di una netta decadenza fisica Tiniki é ancora costretta ad “esibirsi” in un festival buddista in un comune dello Sri Lanka.
Quest’ultima viene ricoperta da drappi affinché i turisti ed i pellegrini, che accorrono numerosi per la manifestazione religiosa, ne possano apprezzare la mascherata bellezza. Nessuno di quei visitatori saprà mai che sotto quelle vesti si nasconde un animo sofferente, un cuore pulsante ed una creatura senziente.
Quasi tutti si scatteranno un selfie con quel fenomeno da baraccone, ignari di tutti i maltrattamenti fisici e delle torture psicologiche subite dall’elefantessa.
Nonostante i suoi 70 anni e gli indelebili segni di una netta decadenza fisica Tiniki é ancora costretta ad “esibirsi” in un festival buddista in un comune dello Sri Lanka.
Quasi tutti si scatteranno un selfie con quel fenomeno da baraccone, ignari di tutti i maltrattamenti fisici e delle torture psicologiche subite dall’elefantessa.
Queste foto, rese note dall’associazione locale Save Helephant Planet, sono testimoni di un “fenomeno” ormai planetario che ora trova espressione anche nella sub-“cultura” buddista: il mancato rispetto per gli animali.
Pare che lo scorso anno, solo nel Bel Paese, si aprisse un fascicolo per “maltrattamento ai danni di animali” ogni 55 minuti, circa 26 al giorno. Che il business derivato dalla tratta degli stessi fosse raddoppiato rispetto alla stagione precedente e che fossero approssimativamente 1200 i cani ed i gatti sottratti dalle mani di malfattori nell’intera penisola. I dati, sebbene parlino chiaro e per quanti io ne possa citare, non saranno mai esaustivi poiché non racconteranno mai di quella cultura del non rispetto che vige nelle nostre società e che si abbatte contro creature indifese. Basta dare un occhiata alle dimensioni della gabbia del cucciolo dei nostri vicini di casa, farsi un giro nel gattile del proprio paese o sbirciare in un allevamento di bestiame per capire di cosa parlo. La maggior parte delle persone che “posseggono” un animale non lo vedono come un componente della famiglia e questo la dice lunga sul trattamento che gli riservano.
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Secondo un altro studio, questa volta realizzato dall’FBI, quattro quinti dei terroristi, dei criminali violenti e degli assassini che circolano nelle nostre strade o nelle nostre carceri hanno iniziato il proprio percorso malavitoso umiliando fisicamente in modo grave degli animali. Questo per dirvi che la gravità del fenomeno preso in esame in questo pezzo trascende le righe dell’animalismo per diventare una vera e propria piaga sociale. Eppure, le pene non si intensificano per chi si macchia di questi abominevoli crimini, i condannati ottengono costantemente degli sconti giuridici ed il certo fallimento del percorso rieducativo dei presunti carcerati riimmette nel posto da dove sono venuti gente che ha imparato soltanto a coltivare ulteriore odio.
C’é bisogno che le istituzioni ed i tribunali mostrino il pugno chiuso agli artefici di atti vili contro gli animali e che si dia inizio a campagne mirate di sensibilizzazione affinché quel che ne é rimasto della nostra umanità non derivi.
Michael Alliegro
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Pare che lo scorso anno, solo nel Bel Paese, si aprisse un fascicolo per “maltrattamento ai danni di animali” ogni 55 minuti, circa 26 al giorno. Che il business derivato dalla tratta degli stessi fosse raddoppiato rispetto alla stagione precedente e che fossero approssimativamente 1200 i cani ed i gatti sottratti dalle mani di malfattori nell’intera penisola. I dati, sebbene parlino chiaro e per quanti io ne possa citare, non saranno mai esaustivi poiché non racconteranno mai di quella cultura del non rispetto che vige nelle nostre società e che si abbatte contro creature indifese. Basta dare un occhiata alle dimensioni della gabbia del cucciolo dei nostri vicini di casa, farsi un giro nel gattile del proprio paese o sbirciare in un allevamento di bestiame per capire di cosa parlo. La maggior parte delle persone che “posseggono” un animale non lo vedono come un componente della famiglia e questo la dice lunga sul trattamento che gli riservano.
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Secondo un altro studio, questa volta realizzato dall’FBI, quattro quinti dei terroristi, dei criminali violenti e degli assassini che circolano nelle nostre strade o nelle nostre carceri hanno iniziato il proprio percorso malavitoso umiliando fisicamente in modo grave degli animali. Questo per dirvi che la gravità del fenomeno preso in esame in questo pezzo trascende le righe dell’animalismo per diventare una vera e propria piaga sociale. Eppure, le pene non si intensificano per chi si macchia di questi abominevoli crimini, i condannati ottengono costantemente degli sconti giuridici ed il certo fallimento del percorso rieducativo dei presunti carcerati riimmette nel posto da dove sono venuti gente che ha imparato soltanto a coltivare ulteriore odio.
C’é bisogno che le istituzioni ed i tribunali mostrino il pugno chiuso agli artefici di atti vili contro gli animali e che si dia inizio a campagne mirate di sensibilizzazione affinché quel che ne é rimasto della nostra umanità non derivi.
Michael Alliegro
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