di Antonio Prestera
Quando iniziai a conoscerla la sigaretta appariva così piccola ed innocua, mi appariva come un mezzo per evadere, per trasgredire, per sentirsi forti e sicuri; solo dopo si dimostrò letale e distruttiva.Già dalla priva volta che la fumai mi sentii diverso; subito mi invaghii della sicurezza effimera che mi dava. Iniziai a comprare i primi pacchetti che mi duravano settimane, mesi, cercavo i migliori posti per nascondermi, per non farmi vedere, perché nessuno doveva sapere di questo amore. Passavano i giorni e sentii il dovere di annunciare la mia conquista ai miei amici, molti di loro si lasciarono avvolgere dall’alone d’amore proibito che la avvolgeva. Iniziammo a fare le uscite a quattro, a sei, a dieci, ognuno con la propria compagna nascosti. Diventai pazzo di lei e i pacchetti che mi duravano una settimana ormai duravano due o tre giorni. Capii che ormai era venuta l’ora di dirlo ai miei genitori. A loro non piacque la mia compagna e i motivi che mi presentarono non mi sembrarono validi quindi continuai imperterrito. Me la portavo dovunque: alle feste, a scuola, quando uscivo per una passeggiata.
Passati i mesi non riuscivo a farne a meno, gli incontri con lei scandivano ormai la mia giornata sin dalla prima mattina, mi aveva sedotto del tutto, ero caduto nella sua trappola. I pacchetti duravano a stento un giorno e io iniziai ad avere l’affanno salendo le scale, a tossire in continuazione e a sentirne continuamente la mancanza; inizialmente non diedi peso al male che mi provocava, pensai solo all’amore e a quella sicurezza che mi donava. Oggi quei sintomi che avvertii si fanno più pesanti e ho capito che è arrivato il momento di troncare questo rapporto letale.
Eppure non ci riesco; la sigaretta infatti dopo averti sedotto non ti lascia più andare ma ti tiene stretta a lei. Il mio amore per lei si trasforma in odio, ho capito dopo tanto che i miei genitori avevano ragione a diffidar di lei e che io avrei dovuto far lo stesso.
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