Se
siete in cerca di un film che vi tenga col fiato sospeso dall’inizio alla fine,
che vi porti ai confini della vostra immaginazione e che rovesci continuamente
le carte in tavola, ho quello che fa per voi:
MR.
NOBODY
La
pellicola, diventata film di culto, può collocarsi tra il genere drammatico e l’universo
fantascientifico. Segue la storia di Nemo Nobody, interpretato in età adulta e
in vecchiaia da un insolito Jared Leto, definito dal regista Van Dormael «un
attore che può trasformarsi fisicamente, vocalmente, ritmicamente», doti
assolutamente necessarie per l’interpretazione
di un personaggio così multiforme.
Difficile
riassumere la trama di un film così articolato e complesso. La storia si sviluppa
su quattro linee narrative che corrispondono a dimensioni fisiche distinte, ma
miscelate continuamente con straordinaria abilità, proiettando diversi scenari
di vita associati a ogni possibile scelta del protagonista.
Nemo
in versione infantile, posto a un bivio importantissimo della sua vita, davanti
a una scelta forse eccessivamente difficile per un bambino della sua età, spreme
la sua fervida immaginazione ed esamina ogni possibile risvolto della sua
scelta.
Jared
Leto si esprime così sul suo personaggio: “Mr. Nobody è tutti e nessuno al
tempo stesso, un'illusione, il prodotto dei propri sogni. È amore, speranza,
paura, vita e morte. Questo è senza dubbio il personaggio più complesso che
abbia mai interpretato.”
Nemo,
infatti, è una “plurifigura”: è un uomo di 117 anni, l’ultimo essere umano su
un pianeta abitato da immortali immorali, è un adolescente innamorato, un
ragazzino col potere di vedere il futuro, un uomo adulto soffocato da troppe
responsabilità, da una moglie depressa o da una vita noiosa, è un adolescente cresciuto troppo in fretta, o
addirittura un viaggiatore su Marte in missione speciale.
“Mr.
Nobody” è innanzitutto un film che si fa metro del valore delle nostre scelte, spesso
determinanti, talvolta, invece, ininfluenti poiché soggette alle oscure leggi
del caso.
Una
questione assai complessa affidata agli occhi e alla bocca di un ragazzino che
non si sente pronto a scegliere.
Con
una rara potenza narrativa il regista ci racconta la storia di una parte di
noi, ci racconta le nostre vite, quello che eravamo, i nostri sogni, i nostri
rimpianti e le nostre rinunce, e ancora, ci racconta ciò che saremo e ciò che
saremmo potuti essere, esortandoci al contempo a ponderare sempre le nostre
azioni e a riconoscerci come unici artefici del nostro destino.
“Finché non scegli tutto resta possibile”
Aurora Alliegro
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