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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

LA PIANISTA DI AUSTCHWITZ, recensione del libro

di Davide Berterame “Non  importa se ti svegli alle sei tutte le mattine per esercitarti al pianoforte. Loro non vedono una musicista … vedono un’ebrea” Questo libro racconta la storia di Hanna, talentuosa pianista di quindici anni che il 20 Giugno 1944 verrà deportata assieme alla sua famiglia ad Aushwitz. Qui verrà privata di tutto perfino del suo nome.   Appena arrivata infatti le verrà tatuata sul braccio il numero (A10573) che da quel momento in poi la priverà della dignità umana. Arrivata in una baracca capirà subito che per avere dei privilegi esistevano poche strade, la prostituzione o il suonare nell’orchestra di Aushwitz . Grazie quindi al suo talento e all’aiuto della sua ex insegnante di pianoforte, direttrice dell’orchestra, Hanna riuscì a far parte dell’orchestra ed in un secondo tempo scelta per diventare la pianista del generale Jager, comandante del campo. Viveva ogni giornata nel terrore di essere punita dal generale o ancor peggio d’essere uccisa, pe

L'OPPIO DEI POPOLI. Il fanatismo religioso

di Michael Alliegro Agli studenti liceali che al terzo anno si imbattono nello studio della filosofia viene detto che quest’ultima si propone di abbattere ogni barriera dell’ovvio per poter far luce sulle zone d’ombra che macchiano il sapere. I docenti spesso si limitano ad elogiare l’influenza della ‘sofia’ dicendo che essa ci permette di andare oltre il vacuo mondo terreno ed esercitare lo spirito critico che ci appartiene, ma non precisano che la speculazione filosofica incontra degli ostacoli insormontabili. Infatti, talvolta, neanche la ragione riesce a colmare il vuoto tra il mondo sensoriale e la tanto agognata verità scientifica. In questo caso noi stessi, consci dei limiti e delle debolezze che ci legano indissolubilmente al mondo animale, abbiamo elaborato delle pseudo-filosofie, note come religioni. Queste ultime, nonostante cuciano il divario tra metafisica e filosofia, sono paragonabili a delle droghe di uso comune. Non a caso il celeberrimo Karl Marx de

IMMIGRAZIONE: PRO E CONTRO DI UN FENOMENO EPOCALE

L’immigrazione è un fenomeno sociale su scala mondiale che consiste nell'insediamento e nella permanenza in un luogo, con carattere temporaneo o definitivo, di persone provenienti dall'estero o da altre zone del territorio nazionale, in cerca di lavoro o di condizioni economiche e sociali migliori. L'immigrazione in Italia è una problematica relativamente recente che ha cominciato a raggiungere dimensioni significative all'incirca nei primi anni Settanta, per poi diventare un aspetto tipico della struttura demografica italiana nei primi anni del XXI secolo. Infatti, l'Italia, per gran parte della sua storia, dall'Unità in avanti, è stato un Paese di emigrazione, mentre il fenomeno dell'immigrazione è stato pressoché irrilevante. Oggi, con l’avvento di nuovi consistenti flussi migratori in Italia e in Europa, l’accoglienza degli immigrati è diventata oggetto di dibattito pubblico, politico, governativo, e non solo; anche nei contesti popo

L'ARIOSTO E LA CULTURA RINASCIMENTALE

La fama dell’Orlando Furioso viene assorbita nei secoli che seguono l’epoca rinascimentale, per essere visibile anche nei giorni nostri su tutti i libri che si fanno portavoce della storia della letteratura italiana. Infatti, tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di analizzare la materia ariostesca sono testimoni dell’importante, direi quasi fondamentale, ruolo che il poeta incarna nel panorama artistico cinquecentesco.  Viene di fatti definito dalla critica come un artista non un poeta, come colui che è stato capace di manipolare l’arte , di plasmarla con la propria immaginazione; come colui che, con pennellate forti e decise, ha saputo dipingere la realtà contorta e ancora incompleta che stava prendendo vita in quel temp o, frutto dello scontro tra l’umidità e l’oscurantismo del Medioevo e la luce, ancora fioca, della futura modernità. Questa era infatti la realtà concepita da Ariosto: distante, inconciliabile con la propria concezione di perfezione, incompleta n

ELENA DI SPARTA, SANTA O DANNATA?

https://youtu.be/bWQVakB2su4 CLICCA SUL LINK E CONTINUA A LEGGERE... Tra le importanti figure incontrate da Dante nel canto V dell’inferno, quello dedicato ai lussuriosi, ne vediamo una meno "rumorosa" delle altre, alla quale, il Sommo Poeta, attribuisce però una colpa enorme. Si, perché all’ombra di uno dei brani più celebri e ricchi di significato dell’intera commedia, vi è un piccolo personaggio, a cui è dedicato un solo verso, ma allo stesso tempo è attribuito un peccato imperdonabile.  Mi riferisco ad  Elena , figlia di Leda, mitica moglie di Menelao, esempio perfetto della lussuria secondo Dante, donna che, travolta da una folle passione amorosa, perde la tanto agognata “retta via” per soddisfare le proprie passioni; e saranno proprio queste a scatenare un’infinita guerra che provocherà altrettanti morti. E la chiara posizione dell’Alighieri è quella assunta dall’intero mondo culturale fin dalle prime edizioni critiche dell’Iliade risalenti al periodo ellenisti