Passa ai contenuti principali

Recensione del libro "NEL MIRINO, i miei giorni in difesa di Kobane"

Cosa si prova nel dover togliere la vita a centinaia di persone? Cosa invece nel sentirsi attanagliati costantemente dalla morsa della morte? Nel rimanere sdraiati per giorni e notti in attesa di avere qualcuno nel mirino da colpire? Nel vivere nel fango del fronte? Nel sopravvivere anziché vivere? E ad ammazzare involontariamente un amico pensando che fosse un rivale di guerra? 

Risultati immagini per nel mirino azad cudi

Ci sono due categorie di persone che possono rispondere a questi quesiti: i più fortunati, ovvero chi, come me e come voi, può fare calcoli filosofici o lasciar andare la propria vena interpretativa mentre è immerso nel rassicurante tepore delle propria casa, e chi invece, queste situazioni le ha vissute da vicino, con i propri occhi resi miopi, con le proprie mani incallite e con il proprio corpo stremato.
Una di queste persone è Azad Cudi. Azad nasce  nel 1982 a Sardasht nel Kurdistan iraniano. A 19 anni è costretto al servizio militare nell'esercito iraniano. Rifiutandosi di combattere contro i suoi fratelli curdi decide di disertare e di lasciare un paese in cui il rispetto delle minoranze etniche e religiose è inesistente. Così, con l'aiuto di trafficanti ed amici, intraprende un viaggio, alla pari di quello di Ulisse, che dopo molto tempo e sacrifici lo porterà in Inghilterra

Risultati immagini per kurdistan

Qui Azad può finalmente assaporare il gusto della libertà, capire cosa significhi esprimere la propria opinione apertamente e godersi il vento che accarezza il volto nella brughiera. Così finisce per innamorarsi di quell'alone di felicità che solo un paese democratico e liberale può trasmettere. Dopo diversi mesi, però, l'indomabile gioia negli occhi e nel cuore di Azad sfocia nuovamente in tristezza. Il suo paese, ma in particolare il suo popolo, stava attraversando uno dei momenti più bui della sua storia. Lo Stato Islamico aveva invaso le città di curdi proprio come lui, stuprato donne proprio come sua madre e schiavizzato ragazzi proprio come i suoi vecchi amici. Tutto ciò mentre il nostro Azad si godeva la tecnologia occidentale, il caos londinese e trascorreva il tempo a sorseggiare del Thè mentre si tuffava nella cultura britannica. Così l'amor di patria e l'innato istinto protettivo verso la sua grande famiglia curda lo spinsero a ricalcare i suoi passi a ritroso e a ritornare nella sua terra natia per fermare la preoccupante avanzata dell' ideologia e dei proiettili jihadisti. Fu così che nel 2014 si ritrovò in Medio Oriente come volontario in missioni umanitarie. Il suo onere era quello di iniettare nei tessuti della società idee come: uguaglianza, libertà, equità, pari opportunità ecc. In autunno,però, dopo solo ventun giorni di addestramento venne selezionato tra i diciassette tiratori scelti che avrebbero dovuto difendere dall'ISIS la città di Kobane, nella regione autonoma curda del Rojava.

Risultati immagini per kobane

Lo scontro si presentava impari poichè i volontari dell'unità di protezione popolare contavano 2000 effettivi tra uomini e donne, mentre lo Stato islamico del terrore poteva far leva su 12.000 militari e su una tecnologia bellica all'avanguardia. Ma nonostante ciò, dal 13 Settembre 2014 al 15 Marzo 2015, la resistenza fu tale da mettere in fuga gli estremisti del Califfato. Azad racconta dall'interno e senza reticenze i lunghi mesi di battaglie, le pallottole che si è procurato e le 250 anime circa a cui ha tolto il battito. Ha avuto il coraggio di oltrepassare la paura che deriva dal ricordo e raccontare di quando è rimasto nel fango e nelle feci per 16 ore per ottenere preziose informazioni strategiche sulle posizioni dei nemici. Di quando non riusciva a dormire per più di un'ora. Di quando dal suo M16 era partita involontariamente una raffica che aveva tolto la vita ad un suo carissimo amico


Risultati immagini per herdem a kobane
Qui Herdem, amico di Azad, mentre mostra un bottino di guerra. Lo scatto ha generato molti dibattiti sulla moralità della fotografia.

Di quando non provava più nessuna emozione nel sapere del decesso di alcuni combattenti con cui aveva condiviso quel poco di cibo di cui disponevano quotidianamente.

E perfino di quando in sogno vedeva le teste delle sue vittime saltare in aria ed inevitabilmente di quel senso di colpa che serpeggiava silenziosamente nella sua testa.
Ma soprattutto, quel ragazzo iraniano che aveva rinunciato ad una vita ormai comoda per rischiare la pelle nelle macerie di Kobane, in questo suo libro confessa al lettore che anche dopo la liberazione della città dagli estremisti islamici imperversava ancora una guerra. 

“Sentivo che il peso della mia esperienza mi stava schiacciando. Non era lo scontro che avevamo programmato, ci era stata imposta, era una realtà ben più grande di noi e la sua immensità avrebbe potuto sopraffare la mia intera esistenza. La guerra imperversava ancora dentro di me.” [...]
"Stavo scoprendo però che sopravvivere significava ritrovarsi con una vita intera per meditare su quanto il conflitto ci avesse insozzati: era la penitenza per essere sopravvissuti."[...]
"Gli amici con cui avevamo un rapporto intenso e leale potevano essere colpiti, schiacciati o fatti a pezzi a un chilometro di distanza da noi, e noi potevamo ignorarlo per mesi"[...] 
"Avevo perduto molto peso, i denti erano distrutti dalla mancanza di igiene, avevo sviluppato uno strabismo da cecchino quasi permanente e non riuscivo a mangiare più di un boccone per volta. E poi c'erano i dolori allo stomaco, che sembrava comprendere le sofferenze della resistenza. La ferita più grave, però, era al cuore, ululava di notte e di giorno ed io cercavo di trattarlo con gentilezza. "

Risultati immagini per kobane

Kobane aveva tolto ai suoi difensori tutto. A chi il respiro, a chi la normalità. Nessuno era più come prima. Come scrive Arturo Pérez-Reverte ne Il cecchino paziente, “Sei giovane solo la vigilia della battaglia. Poi, vinci o perdi, sei invecchiato”.
Nonostante le cicatrici fisiche e di spirito oggi Azad vive nel Regno Unito e può dire di aver dato speranza a chi crede nell'amore e combatte l'odio.

Michael Erasmo Alliegro

Commenti

Post popolari in questo blog

IL PIANETA DEI BRUCHI, RECENSIONE DEL LIBRO

https://youtu.be/o-xISJMB2Dk I cambiamenti climatici metteranno a repentaglio le sorti del pianeta in cui viviamo? È questa una delle tante domande che si pone Ken Follett. Cliccate sul link e continuate a leggere... Recensione del libro I gemelli Fritz ed Helen Price, con il cugino Barile, si stanno godendo le vacanze al mare, quando  irrompe zio Grigorian, un individuo buffo e gioviale che si conquista subito la simpatia dei nipoti.  Eppure nella vita dello zio Grigorian c’è qualche mistero: i ragazzi hanno notato che ha dei pollici  stranissimi e che nel capannone dietro la casa di fattoria tiene parcheggiata una navicella  spaziale che sembra pronta a partire per una missione segreta. Infatti lo zio Grigorian non risulta  essere lo zio biologico dei tre cugini, ma in verità lui è un alieno che si era inserito nella loro  famiglia. Lui è un sociologo galattico fra tante virgolette e gli serve che i ragazzi giudichino un  caso in tribunale che ha causato diverse guerre

L'OPPIO DEI POPOLI. Il fanatismo religioso

di Michael Alliegro Agli studenti liceali che al terzo anno si imbattono nello studio della filosofia viene detto che quest’ultima si propone di abbattere ogni barriera dell’ovvio per poter far luce sulle zone d’ombra che macchiano il sapere. I docenti spesso si limitano ad elogiare l’influenza della ‘sofia’ dicendo che essa ci permette di andare oltre il vacuo mondo terreno ed esercitare lo spirito critico che ci appartiene, ma non precisano che la speculazione filosofica incontra degli ostacoli insormontabili. Infatti, talvolta, neanche la ragione riesce a colmare il vuoto tra il mondo sensoriale e la tanto agognata verità scientifica. In questo caso noi stessi, consci dei limiti e delle debolezze che ci legano indissolubilmente al mondo animale, abbiamo elaborato delle pseudo-filosofie, note come religioni. Queste ultime, nonostante cuciano il divario tra metafisica e filosofia, sono paragonabili a delle droghe di uso comune. Non a caso il celeberrimo Karl Marx de

11 SETTEMBRE: INGANNO GLOBALE.

La mattina dell’undici Settembre 2001, 19 terroristi medio-orientali salirono su quattro aerei di linea in volo dalla costa est a quella ovest degli U.S.A. Questi ultimi, armati di tagliacarte, sabotarono gli equipaggi e presero possesso dei comandi dei relativi mezzi. Così, cavalcando quell’onda di rancore nutrita nei confronti del mondo occidentale, dirottarono gli aerei in direzione dei 3 simboli dello sviluppo e della democrazia d’oltreoceano : le due torri gemelle, la casa bianca ed il pentagono. Gli estremisti responsabili di questi atti terroristici, non riuscirono nel disumano intento di far saltare in aria la casa bianca, ma concretizzarono la loro deplorevole volontà di schiantarsi contro il pentagono e le Twin Towers. Questo é, in estrema sintesi, il succo della versione ufficiale fornita dagli Stati Uniti d’America.  In seguito a questi fatti, ormai entrati a far parte dei libri di storia, s ono emerse delle scomode verità, delle inspiegabili inadempienze, delle inc