Mentre in Italia ci sono politici che affidano le sorti della comunità al cuore immacolato di Maria, facendo campagne elettorali piene di slogan ma prive di proposte concrete di cambiamento; nel vecchio continente, la presa di coscienza di problemi socio-politici che sradicheranno il futuro dei figli dei nostri figli dalle loro stesse mani, stá sollevando dei venti di cambiamento dallo stampo rivoluzionario.
Questi "venti di cambiamento", di cui parlo, hanno fatto sì che in diverse nazioni europee come Germania, Francia, Inghilterra o Finlandia, venissero puntati i riflettori non piú sulla retorica artificiale dei politici di turno, ma su tematiche che si dovrebbero definire di interesse globale ma che in realtà non sempre lo sono.
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Mi riferisco in modo particolare a problemi ambientali e climatici. Infatti il destino dell'umanità è legato a imminenti criticità di questo tipo (basti pensare al riscaldamento globale) ed è proprio per questo che chi governa dovrebbe quantomeno provare a costruire un futuro sostenibile, adoperando strategie tangibili anziché riporre le proprie speranze nel cuore della Vergine Maria.
A dimostrazione del fatto che in Europa l'opinione pubblica stia direzionando le proprie attenzioni nei confronti di tematiche di carattere ecologico, ci sono i risultati delle elezioni europee del 26 Maggio.
Queste ultime votazioni hanno sottolineato l'affermazione del partito dei Verdi.
Questi ultimi in Germania hanno ottenuto circa il 21% delle preferenze (posizionandosi al secondo posto come migliore forza politica) in Francia il 12%, in Inghilterra l'11%, in Finlandia il 16% e nella capitale irlandese il 21%.
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In Italia invece come sono andati i Verdi?
Nostro malgrado hanno ottenuto soltanto l'1% dei consensi.
Poichè il voto è un indelebile testimone dell'evoluzione dei tempi, delle tendenze sociali e del livello di acculturamento delle masse, si puó concludere che gli abitanti della nostra amata penisola non si sono ancora affezionati al tema della sostenibilità ambientale.
Ma quali sono le cause antropologiche che motivano il "nostro" disinteresse nei riguardi di tematiche di questo calibro? (Visto e considerato che sono le stesse cause a spiegare la debacle dei Verdi)?
Dal mio punto di vista a produrre questa situazione è stata la concatenazione di una serie di fattori che proverò ad analizzare singolarmente:
1) La mancanza di informazione da parte degli elettori dello stivale;
2) La monopolizzazione delle reti televisive e dei giornali da parte dei “soliti” partiti;
3) Ed il fatto che non è passato il messaggio per cui la sfida ambientalista è collegata allo sviluppo economico e all’innovazione tecnologica.
Ci sarebbero moltissime altre variabili da prendere in esame ma per questioni logistiche non le menzioneró.
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A questo punto ci si potrebbe chiedere perché solo l'Italia non è stata investita dall’ondata ecologista e perchè invece nei vari paesi europei sia maturato tra gli elettori quello spirito critico che li ha portati ad abbracciare le idee dei Verdi.
Indubbiamente a cambiare le carte in tavola è stata Greta Thunberg, l’attivista sedicenne svedese che ha il merito di aver fatto comprendere a tutto il mondo che quello dei cambiamenti climatici e della crisi ambientale è un problema serio che va affrontato al piú presto.
C'è da dire peró
1) Che la stessa Greta ha portato il suo sciopero anche nelle piazze italiane (basti pensare alla manifestazione di piazza del popolo del 19 Aprile)
2) Che proprio in Italia sono state vendute innumerevoli copie del suo libro
3) E che circa 500.000 dei suoi follower su Instagram (ben il 50% del totale) sono italiani.
Quindi, dire che Greta abbia condizionato le elezioni europee è un dato di fatto, ma motivare l'indifferenza degli italiani alludendo alla ragazzina con le trecce è assurdo, dal momento in cui si è dimostrato che nella penisola il grido disperato di quest'ultima ha avuto una certa risonanza.
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Questi "venti di cambiamento", di cui parlo, hanno fatto sì che in diverse nazioni europee come Germania, Francia, Inghilterra o Finlandia, venissero puntati i riflettori non piú sulla retorica artificiale dei politici di turno, ma su tematiche che si dovrebbero definire di interesse globale ma che in realtà non sempre lo sono.
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Mi riferisco in modo particolare a problemi ambientali e climatici. Infatti il destino dell'umanità è legato a imminenti criticità di questo tipo (basti pensare al riscaldamento globale) ed è proprio per questo che chi governa dovrebbe quantomeno provare a costruire un futuro sostenibile, adoperando strategie tangibili anziché riporre le proprie speranze nel cuore della Vergine Maria.
A dimostrazione del fatto che in Europa l'opinione pubblica stia direzionando le proprie attenzioni nei confronti di tematiche di carattere ecologico, ci sono i risultati delle elezioni europee del 26 Maggio.
Queste ultime votazioni hanno sottolineato l'affermazione del partito dei Verdi.
Questi ultimi in Germania hanno ottenuto circa il 21% delle preferenze (posizionandosi al secondo posto come migliore forza politica) in Francia il 12%, in Inghilterra l'11%, in Finlandia il 16% e nella capitale irlandese il 21%.
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In Italia invece come sono andati i Verdi?
Nostro malgrado hanno ottenuto soltanto l'1% dei consensi.
Poichè il voto è un indelebile testimone dell'evoluzione dei tempi, delle tendenze sociali e del livello di acculturamento delle masse, si puó concludere che gli abitanti della nostra amata penisola non si sono ancora affezionati al tema della sostenibilità ambientale.
Ma quali sono le cause antropologiche che motivano il "nostro" disinteresse nei riguardi di tematiche di questo calibro? (Visto e considerato che sono le stesse cause a spiegare la debacle dei Verdi)?
Dal mio punto di vista a produrre questa situazione è stata la concatenazione di una serie di fattori che proverò ad analizzare singolarmente:
1) La mancanza di informazione da parte degli elettori dello stivale;
2) La monopolizzazione delle reti televisive e dei giornali da parte dei “soliti” partiti;
3) Ed il fatto che non è passato il messaggio per cui la sfida ambientalista è collegata allo sviluppo economico e all’innovazione tecnologica.
Ci sarebbero moltissime altre variabili da prendere in esame ma per questioni logistiche non le menzioneró.
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A questo punto ci si potrebbe chiedere perché solo l'Italia non è stata investita dall’ondata ecologista e perchè invece nei vari paesi europei sia maturato tra gli elettori quello spirito critico che li ha portati ad abbracciare le idee dei Verdi.
Indubbiamente a cambiare le carte in tavola è stata Greta Thunberg, l’attivista sedicenne svedese che ha il merito di aver fatto comprendere a tutto il mondo che quello dei cambiamenti climatici e della crisi ambientale è un problema serio che va affrontato al piú presto.
C'è da dire peró
1) Che la stessa Greta ha portato il suo sciopero anche nelle piazze italiane (basti pensare alla manifestazione di piazza del popolo del 19 Aprile)
2) Che proprio in Italia sono state vendute innumerevoli copie del suo libro
3) E che circa 500.000 dei suoi follower su Instagram (ben il 50% del totale) sono italiani.
Quindi, dire che Greta abbia condizionato le elezioni europee è un dato di fatto, ma motivare l'indifferenza degli italiani alludendo alla ragazzina con le trecce è assurdo, dal momento in cui si è dimostrato che nella penisola il grido disperato di quest'ultima ha avuto una certa risonanza.
Michael Erasmo Alliegro
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