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LA DEMOCRAZIA: UN SISTEMA IN CRISI CHE SOPRAVVIVE GRAZIE AL SUO FASCINO


Nel 1930, esattamente 89 anni fa, Gioacchino Dolci e Giovanni Bassanesi si resero protagonisti di un’azione dai connotati fortemente simbolici, tant’è che essi sorvolarono Milano lanciando 150.000 volantini di propaganda anti-fascista.

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(Gioacchino Dolci  in uno scatto dell'epoca)

In un contesto di indifferenza forzata come quello coevo (mi riferisco al ventennio fascista) questo gesto impavido ruppe un silenzio assordante, e mostrò agli italiani quel tortuoso cammino che porta alla libertà di parola e pensiero.
Lo stesso sentiero che il Duce volle serrare nella delicata fase storica presa in esame, privando i suoi cittadini di un qualcosa senza il quale un uomo non è più tale: la scelta.

Quello che in precedenza sembrava un ‘tortuoso percorso’  è diventato al giorno d’oggi un cammino agevole. E ciò lo dobbiamo al risveglio dal letargo di una vecchia signora dai capelli bianchi che ha accompagnato l’umanità nel corso dei secoli: dal periodo ellenistico alla belle epoque, dalla rivoluzione francese al risorgimento.
Sto parlando della Democrazia, la quale nonostante le rughe e gli indelebili segni dell’età, preserva la sua grazia irresistibile, mostrandosi capace di protendere un tappeto rosso a chiunque voglia intraprendere quel sentiero che giunge alla libertà.
È grazie ad essa se la voce del popolo ha la stessa risonanza di quella dei potenti, è grazie ad essa se possiamo forgiare con le nostre mani il nostro futuro ed è ancora grazie alla Democrazia se ora state leggendo questi miei pensieri in totale serenità.

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Ma se il fascino disarmante di questa signora stesse soggiogando le nostre menti? Se ci stessimo facendo sedurre dall’avvenente charme di quest’ultima?
In sintesi: e se alla spalle della democrazia e del suo alone di libertà si celassero delle zone d’ombra inesplorate?

Nonostante l’opinione pubblica si sia fatta vincere dalla forza attrattiva della democrazia  riponendo ciecamente le proprie speranze su di essa, ritengo che porsi questi interrogativi sia doveroso nei confronti della speculazione filosofica e nel contempo legittimo alla luce di alcuni fatti che la storia ci restituisce.

Il mio scetticismo nei confronti della democrazia deriva da vari fattori… Proverò ad elencarne alcuni per convincere il lettore che non è tutto oro quel che luccica e che anche la rosa più bella ha delle spine.
Una prima prova  a favore della tesi secondo cui quest’avvenente signora e le sue implicazioni pratiche possano avere un risvolto negativo è la seguente…

Ogni anno negli stati democratici vengono “accolti” migliaia e migliaia di ragazzi orientali, alcuni dei quali studiando nelle nostre università imparando a fabbricare quegli esplosivi che in futuro poi faranno esplodere nelle nostre piazze, provocando la morte di  nostri familiari, di un nostro amico o semplicemente il decesso di un connazionale.
A tal proposito si potrebbero fare vari esempi illustri di terroristi che hanno studiato in università “europeiste” per poi usare le conoscenza ricevute a discapito dei paesi che li hanno ospitati, ma mi limiterò a citare Osama Bin Laden, ovvero colui che dall’11 Settembre 2001 è riconosciuto come l’autore del più grande attacco alla democrazia della storia.


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Un'altra macchia che inevitabilmente sporca le vesti della democrazia paradossalmente è la democrazia stessa.  Infatti la sua definizione più comune ovvero: “governo del popolo” implica il fatto che chiunque abbia la maggiore età possa votare, e tradotto in termini pratici possiamo concludere che anche quel ramo della società analfabeta, disinformato, ignorante e disinteressato debba far sentire la propria voce in campo politico. Talvolta il peso specifico dei voti che affluiscono da questo “ramo della società” è così elevato che i politici stessi per raccogliere consensi si debbano abbassare ai livelli dei propri elettori, mettendo in moto un circolo vizioso che finirà per far si che le società democratiche si autodistruggano.

Come se non bastasse ad aggravare uno scenario già di per sé ambiguo si aggiunge la questione relativa al rispetto della minoranza. A tal proposito calza a fagiolo l’esempio del referendum per la Brexit, in cui ben il 48 per cento della popolazione britannica ha votato contro la manovra proposta. Eppure questi ultimi sono stati costretti per forza di cose ad attenersi alla scelta del restante 52 per cento.

Nel momento in cui le opinioni politiche di ben 30 milioni di persone (rapportate ad una popolazione totale di 66 milioni) vengono schiacciate, siamo di fronte ad un vero e proprio attentato alla libertà e diventa lapalissiano il fatto che quell’avvenente signora dai capelli stia indossando una maschera.

Come sempre le conclusioni spettano al lettore. Io mi sono semplicemente limitato a fornire delle argomentazioni a favore della mia tesi, anche se ci tengo a precisare che dal mio modesto punto di vista la democrazia, nonostante ci stia soggiogando, è comunque la migliore forma di governo adoperabile.

Michael Erasmo Alliegro

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