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ASSASSINIO SULL'ORIENT EXPRESS, RECENSIONE


“ Vede  io ho il vantaggio di… riesco a vedere il mondo solamente come dovrebbe essere. E quando non lo è, una piccola imperfezione risalta come il naso in mezzo alla faccia. Questo rende il più della vita insopportabile però si rivela utile nel caso di un’indagine sul crimine”.

Intuitivo. Geniale. Esigente.  Questi sono gli aggettivi in cui va ricercata la personalità di Hercule Poirot, il noto protagonista di “Assassinio sull’Orient Express”, film  il cui copione ripercorre in modo alquanto discutibile le righe del celebre romanzo di Agatha Christie.
Con l’incombente minaccia di essere eclissato dalla fortunata versione proposta nel 1974 dal produttore statunitense Sidney Lumet, il regista, nonché attore principale, Kenneth Branagh, con l’aiuto della 20th Centuy Fox, si è circondato di un cast eccezionale, fregiato dalla bravura e professionalità di numerose stars holliwoodiane, quali Michelle PfeifferJohnny DeppDaisy RidleyJosh GadJudi DenchPenélope Cruz e Michael Peña.
Sui binari percorsi dall’Orient Express, treno sfarzoso che sfreccia attraverso l’Europa nel cuore dell’inverno, si consumano  stati d’animo e vicende di un gruppo eterogeneo di passeggeri, le cui vite, apparentemente parallele, si ritrovano a intrecciarsi in seguito al misterioso assassinio di uno di loro. A percorrere i segreti più oscuri delle loro esistenze è il noto detective Poirot, che con il suo geniale e impeccabile intuito si destreggia abilmente tra le note del cruento e misterioso omicidio, il tutto perfettamente incorniciato dai paesaggi paradisiaci offerti dalla geografia del luogo.
Connubio di efferatezza e umanità, vendetta e perdono, il film si presenta come un invitante spuntino dolceamaro alle papille visive dello spettatore, il quale si vede coinvolto in un’intensa ma prevedibile ondata di emozioni, amalgamate dalla singolare presenza del protagonista, la cui saggezza e scaltrezza riflettono un’inaspettata e quasi impercettibile indulgenza.
Un film, questo, che, ad essere sinceri, manca di quel pizzico di suspense capace di far raggelare il sangue degli amanti della purezza del genere giallo. Il focus, infatti, non è puntato sull’azione dei personaggi bensì sulla loro evoluzione psicologica, che si rivela all’animo dello spettatore in un crescendo di enfasi e umanità. A tutti i sensibili fans del mistero, buona visione!

Miriam Cardone

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